Anche la campagna abbonamenti rossoblu sposa la tesi che vuole che sia tutta "colpa di Donadoni". Il Bologna riposiziona il costo dei distinti, abbassato del 10% causa polemiche passate, e mantiene inalterato il resto. E' come se si dicesse "ripartiamo assieme senza la 'ciste', ci divertiremo", secondo una schema comunicativo che affida a Inzaghi tante responsabilità del rilancio, garantendogli al contempo libertà tattica assoluta. Troppa? Eh, forse.

Di sicuro il tentativo netto è quello di impacchettare e mettere in soffitta i tre anni "bergamaschi", come se solo sul tecnico orobico e il suo nutritissimo staff potessero addensarsi gli strali. Risulta comunque facilmente comprensibile perché una parte (consistente) dell'opinione pubblica sia stata abilmente indottrinata sul tema. E' una versione aggiornata del "chi la slònga la scapa", vediamo se il cosiddetto progetto ci porta buone notizie - almeno - nel secondo ciclo.  

Tutto si svolge in modo più "felpato", tentando di far prevalere la concretezza sugli annunci o le ripetizioni eccessive, "dobbiamo crescere, dobbiamo migliorare". Tra le buone cose va annoverato un rispetto di loghi e colori mai eccessivo. Il lavoro sulle maglie merita un voto alto. La piazza si riconquista anche così.

Tornando al campo, il 3-5-2 è eretto a dogma, tanto dal rimodellare difesa e attacco su quello schema. Nessun top player, e qui ci si meraviglia delle meraviglie, nel senso che sono quasi quattro anni che questo club non si avvicina neanche a un obiettivo del genere, mettersi adesso a fare l'esegesi del pensiero fenucciano sul tema fa un po' ridere, come tante prese di posizione della piazza. Fenucci ha espresso una ovvietà, e in ogni caso se c'è qualcosa da obiettare si abbia il coraggio di farlo verso la nostra Mecca, che è il Quebec: le stilettate ai dirigenti continuano a prescindere dalla catena di comando. Non si capisce poi perché continuare a mettere Saputo in una teca. E, se è San Gennaro, almeno speriamo nella liquefazione del sangue "semel in anno".

Dai Mondiali arriva una conferma promettente: Dzemaili è un giocatore internazionale. Però deve farcelo vedere anche con la nostra maglia. Sulla carta, se stanno bene, Poli-Pulgar-Dzemaili rappresentano per il nostro livello di centrocampo un signor terzetto. E Donsah un bel cambio. Difesa e attacco, rifatti, sono ingiudicabili. Ci vorrà, ma sul serio, la mano di Inzaghi.

Ah, una cosa. Inzaghi lo ha detto chiaramente. Di Griezmann e Diego Costa, non di Vignaroli o Cristaldo, lui apprezza la disponibilità al sacrificio, l'attitudine - anche - difensiva, lo stare con gli altri. Cosa c'è di più "donadoniano" (intendo nei fatti, non nella modalità comunicativa, chiaro) ? Abbiamo passato un anno a brontolare per la "terzinizzazione" di Di Francesco.

Adesso c'è un mister che vuole "stopperizzare" un centravanti. Che lo fa già, peraltro. 

No, che si sappia.  

Sezione: Director's cut / Data: Sab 30 giugno 2018 alle 09:00
Autore: Alberto Bortolotti
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