Caviamoci subito il dente di Dzemaili, così che il pezzo di oggi non abbia tracce di maigodutismo superiori alle vecchie care abitudini. Se lui va là è perché lo vuole, dopo Bosman non conosco calciatori trascinati a forza in uno spogliatoio lontano, freddo e nemico. Nessuno aveva spiegato chiaramente che la permanenza del nazionale svizzero e della sua avvenente signora si sarebbe limitata a un anno sportivo. Lui sceglie la pensione: va bene, ci resterà, come per Giaccherini, il ricordo di un giocatore decisivo che ha ballato qui troppo poco. Non è una novità e ce ne faremo una ragione. Se abbiamo lasciato andare Haller, figuriamoci gli altri.
Sulla sua importanza parlano i numeri, e la verifica avverrà domenica, a Cagliari non vola in quanto squalificato. Nelle tre trasferte che fissano definitivamente la svolta del campionato (anche se ci si ri-piantasse, e non credo, questi 9 punti resterebbero comunque lo spartiacque) Blerim fa gol a Pescara, a Crotone e doppietta col Toro, con in mezzo il bollo a San Siro. A fargli compagnia Masina, Krejci su rigore (unica punta), Donsah in Coppa. Fine delle trasmissioni. 5 reti su 8, un bottino da bomber, in assenza di questi (sarebbe poi questo...) ultimi.
Insomma, se vogliamo anche più pregnante di Giak, il quale distribuì le sue segnature su un arco temporale più ampio.
Quanto agli aspetti motivazionali, i suoi richiami sono evidentemente serviti, se è vero che, riemersi dalle tenebre del primo tempo crotonese, una galleria di orrori, a Milano e con i granata la squadra è finalmente apparsa come tale. E giova parlare degli altri: Mirante e Maietta esclusi, quelli non hanno bisogno di una chioccia.
Perfino Destro ieri balla attorno alla sufficienza. Non fa gol, ma avesse guadagnato il - legittimo - rigore, forse andava pure in rete. Di sicuro la famosa "fotta" comincia a crescere, se ieri becca il primo giallo della sua stagione incolore.
Gli altri fanno tutti dal benino al bene; non sono, in pratica, mai decisivi, ma ora cantano in un coro. Per questo auspico di rivederli tutti sotto questo tetto l'anno prossimo, compresi Mattia e il mister. Se finalmente la smettiamo con i valzer e le quadriglie di mercato, un gatto per due cardellini e sono contenti i procuratori, e diamo un po' di continuità tecnica, allora perfino il finora fantomatico progetto può palesarsi. Uno mi deve dare il nome di un difensore meglio dei nostri (compreso Ferrari, certo, e bravo Bigon che lo ha firmato rimontando da una situazione complessa), dati i denari che potremmo mettere nell'operazione. Ranocchia? Dai, siamo seri. Per questo, e' buffo, se si vuole perfino provocatorio, ma spero che oltre a qualche bella partita (possibilmente con punti, sennò è onanismo), contro le grandi, si faccia anche qualche capitombolo con le medio piccole. Il perché è presto spiegato: se miglioriamo troppo, troviamo subito un acquirente per chi si mette in luce. Diversamente possiamo avere il tempo di crescere.
Confesso di avere provato una grande invidia per gli atalantini che buttano nella mischia due del '99 e ricordo che quell'incapace di Corvino avrebbe voluto qui Gasperini. Non so se la nostra Primavera ne sforna e non se ne tiene conto o a Zingonia, come penso, i fiori vengano innaffiati meglio. Però loro fanno l'Ajax e noi...il Feyenoord, nel senso che siamo li, vicini, "ma non dentro" (cit. Jack Bonora).
Metafore a parte, mi si chiede ripetutamente perché non ringrazio mai Joey Saputo. Bene, lo faccio in data odierna. Augurandomi di rifarlo, più enfaticamente, e per ragioni di campo, prima di 10 anni. Sono anziano e comprenderete la mia premura.

Sezione: Director's cut / Data: Mar 24 gennaio 2017 alle 09:01
Autore: Alberto Bortolotti
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