Lo scontro di San Siro domenica è, apparentemente, quello tra "scialacquatori" e "plumoni". In solo due estati l'Inter thailandese, poi cinese investe cifre iperboliche sul mercato, neanche del tutto consentite dal famoso Financial Fair Play. Gli arrivi recenti di Banega e Joao Mario hanno irrobustito la mediana nerazzurra facendo lievitare ulteriormente il rosso ad Appiano Gentile.
Il Bologna ha scelto un'altra strada, e non si capisce se è molto competente e virtuso (possibile), molto oculato (probabile), molto provato dai pur indispensabili (quasi tutti) rinforzi corviniani. Dei nuovi, Dzemaili e Nagy giocano sempre, Torosidis comincia a fare intravedere la sua polivalenza, di Verdi, Di Francesco e Krejci si è già detto e scritto tutto il (meritato) bene possibile. E Destro, alle prese ancora con noie da recupero, ha gia fatto 2 reti, 1 ogni 180 minuti: non male.
Resta il fatto che l'Inter ha trovato il suo riscatto con la Juve, bissato dal successo a Empoli, ma sul fronte offensivo è affidata al solo Icardi, 6 segnature su 7. I 10 punti sono in ogni caso il frutto di un percorso accidentato che nasce dai tormenti estivi di Mancini, poi auto-esoneratosi a vantaggio della soluzione De Boer.
Il Bologna è stato finora di una regolarità impressionante, 3 punti in casa e 0 fuori. L'Inter è l'occasione ideale, sono più forti e si va là con l'animo leggero.
La gara con la Samp ha corrisposto a un imbullonamento difensivo, grazie al provvidenziale rientro di Mimmo Maietta e a una migliore attitudine difensiva del centrocampo. E' girata per quelle strane e meravigliose alchimie calcistiche, a un certo punto una luce si accende, cancella i balbettii e spalanca le porte al sole. Il palcoscenico meneghino è l'ideale per (provare a) ripetersi.

Sezione: Director's cut / Data: Ven 23 settembre 2016 alle 15:33
Autore: Alberto Bortolotti
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