Lo aveva detto Claudio Fenucci, a metà settimana, nel primo incontro supersegreto del "road show" societario con i tifosi (in attesa del meeting tra Saputo e Futuro Rossoblu, previsto a cavallo di Bologna - Napoli). Davanti al Direttivo del CBC e alle ovvie rimostranze su una campagna acquisti di impatto modesto ha detto che sa benissimo che la cosa si risolverebbe con qualche investimento su giocatori di qualità ma non se la sente di chiedere all'azionista ulteriori sacrifici economici.

Alla lettera, ciò non vuol dire che il boss non li darebbe, ma semplicemente che il meccanismo protettivo del management, il quale avvolge Joey in un bozzolo, appena messo piede sul suolo petroniano, prevede che non sia Saputo a decidere: in sostanza è così. C'è anche chi sostiene che a ottobre scadono gli incarichi in cda e qualcosa potrebbe cambiare, ma la sensazione e' che alla proprietà stia in fondo bene un Bologna low profile, anche perché se non ci sono aspettative alte nessuno, in teoria, può lamentarsi. Risultati conformi alle previsioni, più queste ultime sono basse meglio è.

Ci si è poi messo Donadoni a scompaginare gli ordinati file del mercato. La mercanzia a basso impatto esposta sul bancone fatica a incontrare i gusti dei consumatori, così se ne va Gastaldello (occhio: si risparmia il 40% dell'ingaggio, economicamente non è una festa), e ciò accade proprio mentre Maietta mostra la sua età e Gonzalez è desaparecido, potrebbe salutare Petkovic (e non si capisce cosa ce ne facciamo, avendo Palacio e Okwonkwo), ma Falco e Mounier, al momento, non si muovono. Il Crisetig visto a sorpresa nel Sannio può giocare ovunque, in primis in rossoblu, anche perché i gioielli della scorsa estate, Nagy e Krejci, ora languono nel retrobottega di Ninni Veronesi: con loro si è tentata un'operazione tecnicamente giusta che al momento però non ripaga l'investimento. Masina e Donsah non sono affatto certi di restare ma a Benevento il loro piglio ha confortato. Per un tecnico che si accusava di fare appositamente scelte che evidenziassero le carenze societarie sul mercato non c'è male.

Che una squadra di qualità bassa come il Bologna abbia oggi 4 punti, var a parte (visto che c'è...), e' tutta vita. Fieno in cascina verso un inverno verosimilmente freddo e ostile. Un tema che appassiona molto la tifoseria e' valutare il lavoro dei Diesse Corvino e Bigon sulla base del rendimento sul campo. Ma qui, si, si può chiamare in causa il tecnico, non è mica una variabile secondaria. Faccio un esempio: se Rizzo gioca "fuori ruolo", la colpa e' di chi ha fatto l'acquisto? In ogni caso, al di la della faccenda Diawara, sviscerata nei minimi particolari, starei sull'attualità. Tra i migliori al Vigorito Poli, creatura di Bigon arrivata senza costo di cartellino, e Mirante, parametro zero di Corvino. Quindi qualcosa di buono hanno fatto...

Di Francesco e Verdi, niente Nazionale. Onestamente...sarebbe stato un po' troppo. Anzi, diciamo la verità: che siano bravi lo sanno anche gli avversari, tanto da adeguarsi difensivamente per renderli più inoffensivi possibile. Verdi è un sorvegliato speciale e a Benevento lo è stato anche Di Francesco. E noi, purtroppo, molta altra qualità non possiamo metterla in campo. Ecco perché continuiamo a patire sul gioco.

Infine, Destro. Che al Vigorito è parso un classico giocatore di sistema, secondo la riproposizione del famoso conio boniciolliano fatta da Luca Corbelli. Ora, Nikolic guadagnava 1/30 (....) e il parallelo completo è impossibile, ma di sicuro attendere per la terza stagione la sua maturazione, esplosione, affermazione o attribuire al mister il senso dei suoi gol sbagliati e della sua gamba molle (al tiro) risultano ipotesi azzardate. Il Bologna potrebbe seriamente pensare a un attacco "modello Napoli". Oppure restare così e sperare che i frutti maturino.

Un commento completo si farà solo il 31 sera. Fino ad allora basta godersi i 4 punti conquistati.

Sezione: Director's cut / Data: Dom 27 agosto 2017 alle 15:27
Autore: Alberto Bortolotti
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