A pensarci bene, c'è una grande occasione. Di riscatto, intendo. Fuori dalla logica consolatoria per cui, ad esempio, "anche la Roma ne ha presi 4 a Vigo" (sì, era un'amichevole, ha cambiato tecnico e assetto, e ha un altro target, altre ambizioni), il Bologna che attende il Toro può veramente esibire artigli oggi impronosticabili, agevolato da una discesa agli inferi che più Abisso, in tutti i sensi, di così non poteva essere.

E' il momento del management. Le valutazioni su Saputo oscillano tra i sempiterni ringraziamenti (per aver evitato una cosa che non sarebbe accaduta, cioè il fallimento), le caute prese di distanza, e l'analisi su cosa ha fatto e cosa intende fare per Bologna e il Bologna, giacchè ribadisco che non è molto comprensibile (riprendere gli investimenti a stadio completato? Tra quanti anni e perchè?) il cammino passato e quello a venire. Sembra sempre un signore capitato qui abbastanza per caso, costretto dalle circostanze a spese ingenti e poi rinchiusosi nel suo bozzolo anche, magari, per pazienza terminata da parte del capofamiglia.

Ora tocca a Fenucci, Bigon e Donadoni. Detto che, in premessa, il mondo del calcio sussurrava che l'amministratore delegato potesse anche prendere in considerazione l'idea di cambiare il tecnico (a maggio) ma la volontà di Saputo lo ha stoppato (Fenucci è qui in permanenza, percepisce gli umori della piazza), i tre debbono andare di pari passo, dimostrando al tycoon e alla città una unità di intenti che finora sembra lontana, non agevolata dal carico di antipatia nei loro confronti da parte della tifoseria: tanto Saputo è (era?) adorato, quanto su di loro si concentrano gli strali. Già scritto, giova ripeterlo: sono profumatamente pagati, magari pure troppo, e proprio per questo la settimana che parte oggi è decisiva anche per questa triade.

Di solito i giorni che precedono l'arrivo di Saputo a Casteldebole sono impegnati a lustrare il mobilio per apparire pronti, oltre che esserlo. Forse in questo momento debbono produrre uno sforzo in più, giacchè buona parte dei bolognesi crede che siano loro da buttare a mare per salvare una proprietà che non ha - meglio, non avrebbe - alternative. Dalla vendita di giocatori in esubero a una migliore resa sul campo alla accelerazione del discorso stadio (anche solo per vedere se l'operazione si fa: non è mica certa, a oggi) ci debbono mostrare di che pasta sono fatti.

E' stato facilissimo fare i dipendenti di Saputo, danaroso, adorato, incontestato. E' difficilissimo ora; non spende, credito in via di esaurimento, contestato. Ma soprattutto sul banco degli imputati perchè gli si imputa una errata scelta di collaboratori.

Se hanno del buono, ce lo mostrino. E' il momento giusto. In fondo il bello del calcio è che ogni 7 giorni i giudizi vengono riazzerati.

Sezione: Director's cut / Data: Lun 14 agosto 2017 alle 14:01
Autore: Alberto Bortolotti
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