Di ritorno dalla grandinata romana bisogna dare atto a Claudio Fenucci e all'anima capitolina del club rossoblù che un acquisto, forse (in prospettiva), è stato azzeccato. Oddio, acquisto: per la verità quella di Sadiq è una comproprietà mascherata in riscatto e controriscatto su prestito. Comunque, al di là delle formalità, il corso con Righi a Lagos può essere servito, diciamo, in sfrontatezza: il ragazzo ha un fare garibaldino da...conduttore radiofonico. Sulla forza di gamba difetta ancora un attimo ma è uno dei pochi che si è salvato. Chi pensava che fosse poco più che una marchetta tiberina è servito. Arcobalenghi battono scettici (una volta tanto) 1-0.
Per il resto, la lacuna di personalità e qualità della squadra è endemica e preoccupante. Tanto da far fare brutta figura perfino al mister (in assoluto, quello che porta meno responsabilità), la lontananza tra i reparti all'Olimpico e i mancati raddoppi sui razzenti esterni d'attacco giallorossi (Perotti e Salah sembravano fare un altro sport rispetto ai nostri: per forza, erano quasi sempre in 1 contro 1) sono lì, ennesimo campanello d'allarme di una stagione in cui ottimismo, superficialità e una buona dose di presunzione sono finora (ma si può sempre migliorare) i marchi di fabbrica.
Forse bastava ascoltare il mister in estate quando chiedeva giocatori fatti e finiti, non solo prospetti. Perchè poi devi salvarti e per quello, nel settore nevralgico del campo, puoi contare solo su Dzemaili e Taider (dato che Donsah è scomparso dai radar...): non a caso, i due veterani della Lega. Gli altri sono bravini ma tutti ugualmente "medi" e non paiono (per ora) quelli che ti possono fare emergere dalle secche. Noi giustamente recriminiamo sul fatto che ci hanno negato rigori (le immagini sono lì) ma ci poteva anche capitare di cominciare la stagione con squadre più forti di Trapani e Crotone. Avremmo forse masticato amaro ma sarebbe stata più chiara la nostra dimensione. Quelle due vittorie hanno fuorviato tanti. E, come ha sostenuto Giorgio Bresciani ospite al Pallone Gonfiato, bisogna superare il sistema di "protezione" di Mattia Destro mettendogli un po' di concorrenza in casa: se gioca 2/3 di gare all'anno, chi lo sostituisce deve essere più solido di Floccari e Sadiq.
Posso essere inorgoglito dal fatto che ci vuole un canadese a prendersi cura del "mio" stadio, e che sempre quel canadese metta in soffitta le assurdità del centro tecnico a Granarolo per concentrarsi doverosamente su Casteldebole (magari un po' costoso, ma sono poi affari suoi). Però voglio anch'io dire una banalità e cioè che i mattoni non vanno in campo. Prego cortesemente di portare a casa altri due elementi di affidabilità sicura e pronto uso, dopo stiamo tutti più tranquilli. E se uno sarà Cerci, il dilemma d'attacco, quando rientrerà Verdi, è presto risolto: sta giù Krejci. Non mi pare un giocatore decisivo. Non ancora, quanto meno.
Io non so se 148 dipendenti, come ha documentato molto bene Repubblica (suscitando più di un mal di stomaco ai piani alti del Centro Niccolò Galli), siano tutti utili alla causa. So che Saputo padre e figlio hanno il loro Cottarelli, forse addirittura più di uno. Sarà interessante vedere dove ci porta la spending review di Casteldebole. Come recita un noto stornello romano "er barcarolo va, contro corente...".

Sezione: Director's cut / Data: Mar 08 novembre 2016 alle 13:00
Autore: Alberto Bortolotti
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