Nel pomeriggio odierno all'interno della sala stampa del centro tecnico di Casteldebole, è stato presentato Nicolò Cambiaghi, nuovo acquisto del Bologna. Ecco le prime sensazioni in rossoblù: "Sto provando sensazioni positive, mi sono trovato bene sin da subito con i compagni, con l'ambiente e con tutta la famiglia Bologna. Stiamo lavorando forte per metterci a disposizione del mister e capire i suoi concetti. Vincenzo Italiano? Ci ho parlato i primi giorni che sono arrivato, mi ha detto di andare forte e mettermi a disposizione. So che arrivo in una grande squadra e in un grande gruppo, ma voglio farmi trovare pronto. La Champions? Penso sia il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. Di sicuro era un mio sogno e farò di tutto per farmi trovare pronto. Dal lottare per la salvezza in Serie A all'Europa: che salto sarà? È un onore. Lottare per la salvezza non è mai semplice, anzi dal mio punto di vista è una delle cose più difficili perché ogni palla, ogni azione, può segnare una stagione intera. Sono cresciuto tanto in questi due anni, mi hanno aiutato a crescere per diventare un giocatore più completo e più uomo. So che ora gli obiettivi saranno diversi ma questi due anni mi hanno preparato e sono pronto. La mia poca prolificità? Si può sempre migliorare, so di poter fare più gol. Qui ci sono giocatori importanti che hanno anche esperienza internazionale e da loro posso imparare prendendo spunto per migliorare. I consigli ricevuti nel corso degli anni? Le cose che ti rimangono più impresse sono quelle che ti dicono i grandi alle prime esperienze quando fai il salto dalla Primavera alla prima squadra. In quei momenti ti sembrano cose incredibili, specie se dette da giocatori importanti. A Bergamo ad esempio parlavo molto con il Papu Gomez. La crescita più importante però l'ho fatta ad Empoli, non faccio nomi in particolare ma tutte le persone con cui ho condiviso il campo e lo spogliatoio mi hanno aiutato a crescere sotto tutti i punti di vista. Orsolini? Per essere un esterno penso sia uno degli italiani che fa più gol, fare il suo percorso sarebbe un onore. Sicuramente prenderò spunto da lui e ci parlerò, spero un giorno di diventare quello che Orso rappresenta per il Bologna e di poter raggiungere la Nazionale. Sartori? Il direttore mi ha visto crescere stagione dopo stagione, sono andato in prestito ma sono sempre tornato alla base e quindi sicuramente il direttore mi ha sempre tenuto sotto controllo. Ora finalmente potrò lavorare con lui in prima squadra. Il mio Idolo? L'idolo in assoluto è Messi, ma negli ultimi anni mi sono ispirato a Chiesa. Guardo molto come lavorano gli esterni per prendere spunto e Chiesa è uno di loro perché è diventato un giocatore importante anche per la Nazionale. I primi allenamenti qui a Bologna? Ho notato un'intensità altissima. Il mister ha come caratteristica quella di farci allenare ad un livello di intensità molto alto. Qui sto condividendo il campo con giocatori importanti e per forza di cose il livello si è alzato. In questi primi giorni mi ha impressionato Castro per la fame e per la qualità che sta mettendo e Urbanski, il quale però già conoscevo, l'avevo visto anche in Primavera. Il mio tempo libero? Nel tempo libero guardo tante partite di tutte le categorie, sia per passione sia per studiare gli altri giocatori. Ovviamente quando ne ho la possibilità, perché giocando tanto il tempo è poco. Se mi piace giocare più destra o a sinistra? Non importa, ma il livello di concorrenza su ambedue le fasce è alto. Karlsson mi ha impressionato per lo spunto, la personalità ed il tiro. In generale mi stanno piacendo tutti i miei compagni per la qualità che mettono per far alzare il livello dell'allenamento. La libertà in campo? Per il modo di giocare del mister, il nostro è un modulo che si concentra molto sugli uno contro uno degli esterni e nei due contro uno con la sovrapposizione del terzino. In questi primi allenamenti mi sento molto libero di sbagliare e provare le giocate. Il mancato esordio con l'Atalanta dopo tutta la trafila con il settore giovanile? Sono stato a Bergamo con l'Atalanta da quando avevo 8 anni fino alla Primavera, sono stato capitano ed ho vinto un campionato e una supercoppa. Sicuramente esordire con quella maglia addosso era una cosa che avrebbero voluto fare tutti, tuttavia penso che ogni giocatore abbia il suo percorso. Io magari ero meno pronto rispetto ad altri miei compagni che ce l'hanno fatta e penso fosse giusto farmi le ossa in Serie B. Non esordire mi è dispiaciuto perché forse qualche spezzone di gara l'avrei potuto fare, ma non è stato mai un problema. Non c'è stata occasione e va bene così: sono tornato dai prestiti più pronto".
Fonte Bologna Sport News
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