L'amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci a margine della presentazione di Samuel Iling-Junior e Benjamin Dominguez ha parlato in conferenza stampa del mercato estivo dei rossoblù. Queste le sue dichiarazioni: "La risposta finale ce la darà la stagione. Sicuramente dal mercato ne esce una squadra con una rosa più ampia, perché era necessario fronteggiare la stagione completando la rosa numericamente in molti reparti con giocatori che fossero affidabili perché vogliamo onorare le tre competizioni su cui siamo impegnati. Il fatto che le stagioni si siano riempite di partite, non solo per il Bologna, rende necessario un aumento del numero dei giocatori in rosa. Le istituzioni calcistiche quali Uefa e Fifa hanno reso il calendario molto complesso aumentando il numero delle partite e rendendo i giocatori inclini ad infortuni, sia muscolari sia traumatici. L'idea è stata di rendere la rosa più ampia portando giocatori che avessero esperienza per mantenere un livello di performance adeguato a contesti importanti. Grazie al lavoro di Giovanni e Marco abbiamo preso giocatori con esperienza, insieme ad altri giovani che rientrano nella nostra visione strategica futura. Per competere a certi livelli dobbiamo anche lavorare per migliorare i giocatori: Zirkzee il primo anno aveva fatto meno bene, il secondo è esploso. Lavorando tutti insieme si può costruire un team sempre più performante. La scelta dei difensori centrali? Per competere a determinati livelli serve qualità ma soprattutto esperienza. L'idea è stata quella di prendere giocatori che nell'ultima stagione non avevano fatto bene ma che nelle precedenti si erano contraddistinti positivamente. Abbiamo preso gente con esperienza, partite e qualità. Abbiamo inseguito un progetto futuro ma anche presente per una competizione sfidante come la Champions. Le emozioni dell'esordio in Champions League? Mi era già capitato come dirigente alla Roma di fare partite di Champions League, ma qui ha un sapore speciale. È un percorso che sento più mio perché siamo partiti dalla Serie B e arrivare a sentire la musichetta della Champions e vedere il Bologna tra le 36 squadre più forti d'Europa è una soddisfazione enorme, per me e per tutte le persone che lavorano nel club. Speriamo di essere all'altezza della competizione, è una responsabilità che sentiamo. Il rinnovo di Sartori? Non c'è un problema legato al rinnovo di Giovanni. È parte integrante della nostra struttura, quando arriverà il momento ne discuteremo. Io stesso quando dovetti rinnovare ne parlai con il presidente Saputo a giugno e avevo il contratto in scadenza il 30 giugno: il problema non si era mai posto. Siamo per la continuità della gestione e quando arriverà il momento ne parleremo con Giovanni (Sartori, ndr) e Marco (Di Vaio, ndr). Il mercato all’insegna della sostenibilità? I prezzi erano molto elevati. Il Bologna con tutta la forza finanziaria non può comprare giocatori giovani, forti e che abbiano già disputato la Champions League. Abbiamo provato a puntare su ragazzi più giovani o di prospettiva, dove comunque è stato difficile per il prezzo di mercato e il valore che noi stimavamo. Alla fine abbiamo fatto degli investimenti come Cambiaghi, anche se non lo vedremo in campo nell'immediato. Abbiamo anche pensato che se quest'anno non dovessimo raggiungere la qualificazione a qualche competizione europea avremo delle risorse molto più limitate. Abbiamo voluto fare investimenti con l’idea di rispettare dei parametri finanziari, chiudendo una campagna acquisti in equilibrio perché dobbiamo pensare anche all’acquisto di Castro che impatta su questo mercato. L'obiettivo del Bologna? A me parlare di obiettivi non è mai piaciuto. Ora il mio pensiero è solo vincere con l'Atalanta: so che può sembrare un discorso scontato ma è il modus operandi che lo scorso anno ci ha portato a qualificarci per la Champions. Vogliamo costruire strada facendo il nostro percorso, cercando di divertire il pubblico con un gioco propositivo: è questo il nostro obiettivo. Dove arriveremo? Lo scopriremo domenica dopo domenica. La corsa ai biglietti per Anfield? Abbiamo una parte di biglietteria che sono destinati ai club organizzati, mentre i residui verranno messi in vendita con prelazione per gli abbonati. Il Liverpool non ha aumentato il numero di biglietti nonostante la nostra richiesta di aumentare la dotazione, perché non ne avevano disponibilità. Stiamo cercando tutte le soluzioni per rendere la trasferta agevole e accessibile ai nostri tifosi. Il processo di crescita del Bologna? Io credo che il nostro allenatore che sta lavorando con grande entusiasmo e si sta facendo apprezzare anche per le doti umani, aveva un compito difficile ovvero entrare in un gruppo che aveva fatto molto bene e che aveva un percorso con abitudini di gioco diversi dal suo. Trasferire nuovi concetti non è facile, il mister ci sta ancora lavorando ma tutti i ragazzi si sono messi a completa disposizione per assimilare questi nuovi concetti di gioco. Il tempo ci aiuterà a migliorare domenica dopo domenica. Le similitudini con l'Atalanta? Piacerebbe a tutti. L'idea c'è, ma poi bisogna metterla in pratica. L'Atalanta ha fatto qualcosa di straordinario e irripetibile finanziando la sua crescita attraverso un percorso fatto di continuità con l'allenatore e un lavoro competente a livello di settore giovanile. È un modello unico: difficilmente replicabile da noi e da chiunque altro. Abbiamo l'ambizione di crescere, investire sulle strutture e nella parte tecnica. Vogliamo essere un club che può recitare la sua parte all'interno del campionato italiano. Dove arriveremo lo dirà il campo. Ci sono dei cicli di crescita, non è un percorso immediato. Dobbiamo mantenere questo entusiasmo e la voglia di migliorarci attraverso questa filosofia di gioco che ha riportato molta gente a vedere le partite allo stadio. I tempi dei lavori allo stadio? È complesso stimare dei tempi. Il processo amministrativo è quasi completato, mentre nel progetto dello stadio provvisorio ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire con l'amministrazione. Le difficoltà nascono nel reperimento delle risorse: abbiamo contatti frequenti sia con la Federazione sia con il Ministero dello Sport affinché il governo trovi strumenti innovativi per finanziare questi progetti fondamentali per l'industria del calcio. Ci sono tante soluzioni che possono essere trovate per finanziare risorse pubbliche nell'affiancamento di risorse private. Il Dall'Ara è in questo percorso, insieme ad altri impianti".
Fonte Bologna Sport News
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