Antonio Avati, produttore cinematografico e tifoso del Bologna, in un'intervista a Repubblica ha detto la sua sul Bologna e su Filippo Inzaghi: "Nulla di personale con Inzaghi, che anzi è amicissimo di mio fratello Pupi, ma se uno come me, cresciuto con Pilmark e Pivatelli, s’arriva ad augurare, nella speranza di invertire la rotta, che il Bologna perda, significa che qualcosa non va. Per me con lui non ci si salva, non sarà mica un caso che se penso a dei rapinatori d’area, anche straordinari come è stato lui, non me ne viene in mente uno che sia diventato un grande allenatore. Da quella posizione lì il calcio non si vede, quindi non lo si può insegnare. Capisco che richiamare Donadoni sarebbe complicato, purtroppo ho letto che Guidolin non viene, allora un tipo alla Cosmi non mi spiacerebbe, con il suo vice Bazzani che è bolognese e conosce benissimo l’ambiente. Per la verità, potendo, punterei su Mihajlovic. Se la colpa è dei dirigenti? Sparare solo sulla triade, e persino su Saputo coi soldi che ha messo, mi pare onestamente ingeneroso. Se avrei puntato su Inzaghi?  A dire il vero ero perplesso da subito, ma poi già nella partita col Frosinone giocata in campo neutro mi son fatto un’idea abbastanza precisa su come fa giocare la squadra. Poi parla sempre di rimpalli, vede cose che sfuggono a tutti, credo che lui dopo poco abbia capito che il compito era molto più difficile di quanto pensasse. Ha cominciato a rassicurare tutti, a dire che è sicuro di vincere, che è sicuro che il Bologna si salverà e cose così. Tipo il pugile suonato che va sul ring contro il campione e dice tranquilli, vinco io. Ma non vince mai. Non ci siamo, a me poi non è piaciuto nemmeno il fatto che a fine anno sia andato in vacanza alle Maldive, ma come si fa in un momento così?".

Sezione: Rassegna stampa / Data: Sab 19 gennaio 2019 alle 11:22 / Fonte: Repubblica
Autore: BN Redazione
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