Il nuovo acquisto dei rossoblù Estanis Pedrola ha parlato nella conferenza stampa di presentazione con al fianco del direttore sportivo Marco Di Vaio. Queste le sue prime parole da giocatore del Bologna: "Ringrazio la società per questa opportunità, la prendo con molta fiducia. È vero che vengo da un periodo difficile in cui non stavo trovando spazio alla Sampdoria, ma arrivo in una società dove c'è un livello straordinario di calcio, dove si gioca molto bene e proverò a fare del mio meglio. Le mie prime impressioni su Italiano e sulla città? Il Bologna è una squadra che gioca palla e la dà agli esterni senza paura. Io cercherò di puntare l'uomo che è una mia caratteristica e mi piace farlo. Voglio sfruttare le mie doti: oggi in allenamento ho puntato l'uomo 10-15 volte ed era da anni che non lo facevo. La Serie A ha un'intensità altissima. Italiano mi ha detto che la serie A è un altro mondo: in B stoppi la palla e poi pensi, qui devi pensare prima ancora che la sfera ti arrivi. La prendo come una grande opportunità. La città? Per ora sono andato solo al centro commerciale Gran Reno, devo ancora conoscerla ma ho voglia di girarla. Il mio idolo? Il mio modello di crescita è Messi, sono cresciuto al Barcellona con il suo mito, ma il mio idolo è Neymarc he ha sempre giocato con la testa libera, rilassato. Mi è dispiaciuto quando è andato via da Barcellona. Il mio obiettivo personale? Voglio aiutare al massimo la squadra, dare il mio contributo e sfruttare le mie qualità. La mia condizione dopo gli infortuni? Quando sono arrivato alla Sampdoria avevo una voglia incredibile ma dopo mi sono infortunato e ho avuto diverse ricadute. Mi sono operato, ora il flessore sta alla grande e mi sto esprimendo al massimo. Non vengo qua come un giocatore infortunato, sto benissimo e sono pronto a dare tutto. La fine dell'esperienza alla Sampdoria? Da tre mesi non vincevamo una partita, era una situazione difficile. Sinceramente avevo la sensazione che avevo bisogno di cambiare aria. Abbiamo avuto 3 allenatori in 4 mesi: ti abituavi con uno e subentrava un altro e questo per il gruppo non è stato il massimo. La società con me si è comportata alla grande e i dirigenti mi hanno appoggiato. Le differenze tra Italia e Spagna? Non conosco la Serie A, sto per farlo. Qui c'è un altro ritmo, la palla viaggia velocissima. Mi ricorda la stessa metodologia che avevamo al Barcellona: allenamenti con la palla, alta intensità, torello, possesso, scarico sugli esterni, verticalità. Vedo delle similitudini tra la Liga e la Serie A. La concorrenza sugli esterni? Qui c'è tanta qualità, sono tutti fortissimi e questo mi motiva. Mi fa avere voglia di crescere con loro. Si vedrà quanto spazio avrò, ma sono contento di potermi allenare con loro. La scelta del 39? L'ho scelto perché è un numero che mi piace e con questo ho fatto l'esordio al Barcellona. In quella partita ho giocato bene ed ho un bel ricordo, così ho scelto di indossarlo anche qui. La famiglia? Mi hanno sostenuto tutti: i miei genitori, i miei due fratelli più piccoli (uno gioca e studia negli Stati Uniti e uno è in Spagna e diventerà forte). Mi sono sempre fidato della mia famiglia e anche dei consigli dei miei procuratori che hanno avuto sempre fiducia in me. Sono fidanzato, fino ad ora stavamo gestendo una relazione a distanza perché lei studia a Barcellona, ma l'anno prossimo vedremo. Italiano? Dal primo giorno il mister mi ha dato fiducia correggendomi e rimanendo con me 20 minuti dopo l'allenamento. Mi ha fatto sentire uno in più, mi ha accolto bene. È uno che trasmette intensità e sta sempre sul pezzo. L'avversario che non vede l'ora di affrontare? Non vedo l'ora di affrontare Leao, mi fa impazzire come gioca. Il rapporto con Juan Miranda? A lui piace pescare nel tempo libero? No, io non ho hobby particolari, di sicuro non la pesca, sebbene venga da una città vicina al mare (ride, ndr). Juan è andato via da Barcellona l'anno che io sono arrivato, non ci siamo conosciuti, ma avevo come compagno Fermin Lopez che mi parlava molto bene di lui. Dal primo giorno, essendo andaluso, mi ha fatto sentire a casa. Con lui parlo in spagnolo, così come con Dominguez, Castro e Lucumì: questo mi ha aiutato ad inserirmi più velocemente. Comunque tutti mi hanno accolto benissimo e questo mi ha reso felice. L'obiettivo Europa? Vogliamo entrare in Europa. Daremo tutto in campo per raggiungere questo obiettivo".
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