Il centrocampista scozzese del Bologna Lewis Ferguson ha parlato stamattina attraverso le pagine del Corriere dello Sport Stadio. Ecco le sue parole: "Da bambino avevo due sogni: giocare la Champions League e andare con la mia nazionale in una competizione internazionale. Pensavo di andare agli Europei con la Scozia, sì. E poi di giocare la Champions League con il Bologna. Ero lì, ero così vicino, ero a tanto così. E poi, in un secondo, quel sogno è sparito. Per me è stata la cosa più difficile. La partita contro la Juventus? Nei primi 75 minuti sono stati eccellenti. Fantastici. Ero seduto con Zirkzee, infortunato anche lui. L’ho guardato e gli ho detto: "Josh, sarebbe stato bello giocare". Poi ci siamo fermati a guardare la squadra, giocava così bene. Stagione irripetibile? E perché? No, dobbiamo mantenere questo standard, dobbiamo continuare a salire. Abbiamo avuto una stagione fantastica, ok. Abbiamo raggiunto la Champions, ok. Siamo felici. Ma non vogliamo fermarci qui. Per quanto mi riguarda, vogliamo migliorare ancora, giocare la Champions e fare il massimo anche lì. Vogliamo solo migliorare perché questa è una squadra giovane, con buoni calciatori e brave persone. Sì, vogliamo solo imparare più cose e migliorarci ogni giorno. Quindi: sì, raggiungere la Champions League è stato incredibile. Ma non c'è motivo di fermarsi. Dobbiamo continuare ad avanzare. Qui è arrivato il momento di lavorare ancora più duramente di prima per crescere ancora. Quale club europeo vorrebbe affrontare? Vorrei giocare con una delle grandi squadre d’Europa. Per me, sarebbe anche bello con una squadra scozzese. Il Celtic e forse i Rangers. E poi i tifosi del Bologna si godrebbero l'atmosfera in Scozia, uno spettacolo davvero speciale. I tempi di recupero e il momento dell'infortunio? Non so, non voglio indicare una data, un momento preciso. Non voglio avere alcuna pressione. Non voglio che la gente, i fan, si aspettino che io torni presto. Voglio solo concentrarmi sul recupero. Cercherò di fare il prima possibile, ma senza pressioni. Non mi sono mai infortunato in vita mia, quindi non sapevo cosa fosse il dolore di un infortunio grave. In quel momento pensavo di aver preso un colpo. È stato doloroso, ma ho continuato. Dopo aver passato la palla ho sentito che il ginocchio era instabile. Ho capito che era una cosa seria. Quando la squadra ha iniziato a credere nella Champions League? Abbiamo iniziato a suonare la musica della Champions League prima della partita contro il Napoli. Io ero già infortunato, arrivato dalla riabilitazione, e quando ho varcato il cancello del centro di allenamento ho sentito la musica. Mi sono messo a ridere tra me e me. Ho pensato: “Che squadra pazza”. Ma la verità è che è stata sicura di sé, lo siamo stati tutti. E sapevamo di avere una squadra forte e di poter raggiungere l'obiettivo. La città è felice. Calafiori e Orsolini? Cala è stato il miglior difensore del campionato. Spero faccia bene agli Europei. Anche Orsolini, segnerà pure dei gol. Se fossi Spalletti li porterei in Germania. L'addio di Thiago Motta? Abbiamo raggiunto un risultato incredibile, come squadra. Ma ogni giocatore è diverso, ogni persona è diversa. E tutti hanno sogni e aspirazioni di fare altre cose. Per me non è un problema. Se un giocatore volesse andarsene e andare in un'altra squadra per me non sarebbe un problema. Questa è la vita. Sai, non possiamo stare insieme per sempre. Nel calcio ci sono così tanti cambiamenti. È uno sport così unico, così particolare. Cambiano i dirigenti, cambiano i giocatori, cambia lo staff . Quindi è normale. E se c'è qualcuno che deve andarsene per me è ok. Cosa mi lascia l'esperienza con Thiago Motta? Per me è stato davvero importante, probabilmente è il migliore allenatore che ho avuto: l’uomo perfetto per rendere questa squadra migliore. È stato incredibile. La sua tattica e il modo in cui gioca a calcio, lo stile di gioco. Ma la sua mentalità è la cosa migliore. Prima dell'infortunio, ricordo che stavamo andando molto bene. Avevamo vinto una partita con quattro gol. Il lunedì mattina Motta arriva e dice: bravi, ma solo per quarantacinque minuti. What? Il secondo tempo, ci dice, non andava bene. Non è mai stato soddisfatto, ha sempre voluto di più. Questo è Motta. E ora? Andare avanti. L’aspettativa di tutti per il prossimo anno è che il Bologna finisca di nuovo a questo livello. Non sarà facile. Non dirò che vinceremo la Champions. Ma vogliamo mantenere il livello. Fisicamente sarà dura: si gioca due volte a settimana. Sarà necessario essere molto, molto in forma. Quindi le cose cambieranno, ovviamente. Ma il club sa cosa fare. Il momento migliore della stagione? Prima di Natale, quello è stato il momento in cui abbiamo fatto un clic nella testa. È difficile scegliere un momento solo. Ci siamo divertiti ogni giorno. Questa è una squadra di pazzi, ma molto bravi a giocare a calcio".
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