In una lunga intervista per il Corriere dello Sport, Sinisa Mihajlovic rivela le fasi che l’hanno riportato sulla panchina del Bologna.

Quando il Bologna cominciò a contattarmi questo inverno avevo una mezza parola col Valencia, ma alla chiamata di Claudio Fenucci dopo la partita persa con il Frosinone risposi che sarei stato disponibile a incontrarlo. Quella era la prima telefonata personale con Fenucci, tanto che quando in precedenza scrivevano di contatti tra me e la società avevo chiamato Inzaghi, che è mio amico, per informarlo che nessuno del Bologna mi aveva contattato. Pippo mi chiese anche cosa pensavo di quel Bologna. Poi, dopo la telefonata con Fenucci richiamai Pippo ma non mi rispose, forse perché aveva appena capito la decisione della società. Ho accettato questo incarico soprattutto perché quando tutti ritengono che una missione sia impossibile, io mi ci butto dentro a capofitto, mi sono sempre piaciute le sfide difficili. Quando sono arrivato ho parlato chiaro con i giocatori: dovevamo riportare la gente allo stadio e dalla nostra parte. La vittoria di Milano ha aiutato soprattutto la squadra a capire che con un diverso approccio si poteva giocare con chiunque. Da lì abbiamo aumentato mano a mano aggressività e intensità su ogni pallone: abbiamo incontrato il Genoa troppo presto, ci avessimo giocato 3-4 settimane dopo lo avremmo sicuramente battuto”.

Per leggere un altro stralcio della intervista di Mihajlovic, CLICCA QUI.

Sezione: Rassegna stampa / Data: Gio 23 maggio 2019 alle 11:13
Autore: BN Redazione
vedi letture
Print