Felipe Avenatti conclude l’intervista al Corriere dello Sport raccontando della sua infanzia. "Da ragazzino mi chiamavamo El Varilla; è una barra di ferro, perché sono alto e lungo. Mio nonno e mio papà hanno giocato a basket. Siamo tutti alti in famiglia, io sono un metro e novantasei centimetri. Ho giocato anch’io un anno a pallacanestro, ma per divertimento. Sono tifoso del Peñarol, il mio idolo è Henry. Fino a tredici anni ero nella squadra del mio quartiere a Montevideo, l’Union Vesinal; poi sono entrato nelle giovanili del Club Atletico River Plate. Mi hanno detto che mi avevano venduto alla Ternana due ore prima di una partita, che non ho più giocato, per non correre il rischio di farmi male. A ­ fine carriera tornerò là. I quattro anni a Terni sono stati belli e formativi".

Sezione: Rassegna stampa / Data: Gio 15 marzo 2018 alle 10:35 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: BN Redazione
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