Le pagelle di Bologna-Roma: Verdi e Mirante, poi il nulla. Di Francesco perché solo nella ripresa?

Mirante 6 – Incolpevole sui gol della Roma, oggi dannatamente chirurgica sotto porta.

Krafth 5 – Pasticcione in avanti, poco attento in fase difensiva: è lui che non riesce a chiudere su Fazio in occasione del primo gol, è sempre lui a perdersi Perotti nell’azione che porta al 3-0.

Gastaldello 5 – Dzeko stravince il duello con lui e Maietta, mandando in tilt il dispositivo difensivo rossoblù con i suoi movimenti a oscillare tra l’area di rigore e la trequarti.

Maietta 5 – In concorso di colpa con Gastaldello sulla rete di Salah, ben imbeccato da Dzeko che però non aveva pressione. Esce per un problema muscolare (dal 31’ s.t. Torosidis s.v.)

Masina 5,5 – Avvio positivo, poi crolla assieme a tutta la squadra rendendosi responsabile del raddoppio di Salah, che gli passa davanti in area con estrema facilità.

Dzemaili 5 – Si divora un’occasione semplicissima, confermando nel complesso i segnali di flessione già mostrati nelle ultime settimane. Montreal calling?

Pulgar 5,5 – Qualche buon cambio di gioco, ma mettere ordine in media oggi era compito assai arduo.

Nagy 4,5 – Sbaglia praticamente tutto quello che si poteva sbagliare, grosso passo indietro nel processo di crescita dell’ungherese (dal 18’ s.t. Petkovic 5,5 – Prova a combinare qualcosa, cercando anche il tiro nel finale. Ancora poco, ma comunque meglio di nulla).

Verdi 6 – Propositivo e attivo lungo tutto l’arco della prima frazione, costretto ad alzare bandiera bianca all’intervallo per un problema muscolare (dal 1’ s.t. Di Francesco 6 – Entra e in 6’ sfiora l’assist e centra un palo. Perché non dall’inizio?).

Destro 5 – La squadra si dimentica di lui, e lui fa poco per ricordare la sua presenza in campo ai compagni.

Krejci 5 – Va a sbattere contro il muro eretto da Rudiger, senza impensierire praticamente mai il difensore giallorosso.

Donadoni s.v. – Torna al 4-3-3, ma oggi scegliamo di non assegnare un voto al mister. Il motivo? Perché cambia e ricambia, l’impressione è sempre la stessa: la coperta pare troppo corta per poter pensare a un'inversione di rotta. Una sola certezza: Di Francesco merita spazio maggiore.