Matteo Lepore, ospite a Radio Bologna Uno, continua a parlare del Dall'Ara esponendo varie tematiche e curiosità dei tifosi partendo dalle probabili aree compensative: "I Prati di Caprara non sono attigui? Nel progetto che ci è stato presentato fanno parte di una visione complessiva unitaria. Chiaro che non sono a due metri dallo stadio però nella lettera iniziale del Bologna si parla di una riqualificazione complessiva anche dello stradone che attraversa la via Emilia e che sarebbe molto utile per l’accessibilità allo stadio. È vero che non sono adiacenti, ma farebbero parte di un’intervento che migliorerebbe la viabilità. Ovviamente noi valuteremo insieme ai cittadini tutte le possibilità. L’area è di proprietà dell’Invimit e l’obiettivo, entro i prossimi quattro anni, è di realizzare un grande parco urbano, di realizzare una scuola e l’internamento dello stradone che risolva il problema dell'incrocio di via Emilia. Per farlo, il Comune permetterà di realizzare un po’ di commerciale e un po’ di interventi residenziali la cui concretizzazione sta all’impresa proporla. Tutto ciò però, deve essere compatibile sia dal punto di vista ambientale che della mobilità. Anche a tutti i comitati che hanno sollevato critiche e problemi io ho detto sempre che faremo una valutazione dell’impatto ambientale perché questo prevede la legge. La capienza del nuovo Dall’Ara? Nel momento in cui il Bologna fa il progetto è chiaro che fa delle valutazioni economiche, non solo quanti soldi servono per ristrutturarlo ma anche la sostenibilità della gestione. La capienza si riduce perché si avvicinano le curve e gli spazi che rimangono verranno usati per attività commerciali. Non so ancora di quanto potrà essere la reale capienza ma penso che se si trova un giusto equilibrio tra la qualità dello stadio, la visibilità della partita e anche l’utilità della struttura durante la settimana, questo possa essere molto interessante. La scadenza? Da parte nostra è il mandato. Se vogliamo farlo con questa amministrazione è molto importante rispettare i termini che ci siamo dati, senza nessun obbligo. È chiaro che se vogliamo partire con questo mandato, è importante che entro la fine di quest’anno il progetto arrivi perché tra le nostre valutazioni, quelle ambientali, le procedure di evidenza pubblica e il posizionamento della prima pietra, ci vorranno almeno due anni. Ci siamo sempre detti di partire dopo gli Europei under 21 del 2019, il Bologna ha poi dichiarato che preferirebbe partire nel 2020 e per noi può andare bene. Se il progetto ci verrà consegnato entro dicembre, correndo un pò riusciremo a stare su questi tempi. Se verrà presentato dopo, chiaro che ci lavoreremo ugualmente. Questo è un’operazione imprenditoriale e sta in piedi se funziona. Noi possiamo aiutarli, ma il protagonista è il Bologna calcio. Non faremo interventi invasivi su Andrea Costa perché creerebbero problemi agli abitanti della zona. L’internamento della via non è assolutamente previsto. L’ipotesi costruzione di un nuovo stadio? Noi abbiamo fatto una scelta, non commento per adesso altre soluzioni. La concessione? Stiamo parlando sulla base di 99 anni. Vendere lo stadio come fatto a Bergamo? Il Dall’Ara è un bene pubblico che fa parte del Demanio, quindi non si può. Io personalmente preferisco sempre la concessione. L’antistadio? Non credo farà parte del progetto stadio”. 

Sezione: News / Data: Ven 17 novembre 2017 alle 12:22
Autore: BN Redazione
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