Bisognerebbe parlare prevalentemente di pallone, in questi giorni di vigilia della gara con il Palermo, ma (forse per quel pizzico di senso di presunzione per cui noi siamo più forti degli altri) l'attenzione scivola più facilmente verso temi apparentemente più allettanti, come i conti da sistemare in società (non necessariamente conti da regolare tra tycoon e sottoposti) e la vicenda stadio.
Piccolo riassunto di quest'ultimo capitolo, tratto liberamente dalla testata che più di altri in questo momento pare avere notizie di prima mano, ovvero Repubblica. Se il tema sono le cosiddette "aree compensative" su cui il Comune concede diritto edificatorio e spinge i proprietari (ai Prati di Caprara e alla Staveco il Demanio Militare, quindi lo Stato) ad accordi con il club rossoblù, vuol dire che Palazzo d'Accursio il suo lo sta, tutto sommato, facendo. Forse è molto indietro lo Stato (del resto appena investito del problema) e un po' in arretrato il Bologna, il quale - non sapendo quanto gli costano le aree suddette - non può sviluppare una politica commerciale in proposito (leggo che si pensa di costruire scuole. Bello, socialmente bellissimo, ma a chi si vendono?). Quindi il viluppo è talmente complesso che cavarsela dicendo "è tutta colpa di Merola" soddisfa i mal di pancia di tanti o la speculazione politica di alcuni ma non spiega nulla. Se poi ci si rifà alla Romilia di Cazzola al Fossatone (bocciata dalla Provincia) come di un esempio di ingerenza della politica nella libera impresa, beh, si è del tutto fuori contesto. All'epoca era un dialogo tra sordi, questo forse si può dire, ma non ci fu nè un vincitore nè un vinto. Furono più di manica larga con Guaraldi e Granarolo, le istituzioni? Certo, lì sì che si andò nettamente contro indirizzi di politica amministrativa stravotati. E poi ignorati. Comunque, quello è un capitolo fortunatamente chiuso. 
La realtà attuale è che i "ritardi" sono probabilmente inevitabili: io non trovo sinceramente che sia colpa di nessuno.
Quanto ai rapporti interni, detto che Saputo ha da mesi piazzato suoi uomini a fare i "controller" (e il sottoscritto lo ha documentato in tempi oramai lontani), è meritevole di elogi (tanti!) versare 98 milioni e anche sintomo di una precisa consapevolezza, ovvero che si riteneva - a Casteldebole - che il Bengodi (cioè avere spalle perennemente coperte) potesse durare ancora un bel po'.
Però bisogna anche riconoscere che il ruolo di Fenucci non è comodissimo. Certamente molto ben remunerato, e ciò attenua tante preoccupazioni. Ma un proprietario lontano, con suoi uomini di fiducia a controllare, una piazza tante volte delusa quindi con qualche giusta pretesa, l'ordinaria amministrazione da gestire con necessità di rabbocco mensile, però se vuoi Dzemaili devi vendere Rossettini, ecco che dal dire al fare c'è sempre stato di mezzo il mare. I cani con la salsiccia, nonostante i 98 milioni, non li lega nessuno neanche qui. E agli occhi della gente Saputo è l'Imperatore, Fenucci un oscuro gestore. Anche psicologicamente non è il massimo. La colpa è sempre la sua (e certamente ne avrà), anche quando, magari, le responsabilità sono di altri. Vedi il caso del mister, che io difenderò sempre, ma che a Roma ha esibito una difesa senza protezione alcuna. Hai voglia a criticare i difensori, il centrocampo non filtrava, e di chi è stata questa scelta se non del tecnico? Con il Palermo sarà meglio attaccare, certo, ma con un po' di logica.
Tanti ora rimpiangono il forzato e subitaneo allontanamento di Corvino. Anch'io penso che sia stato un errore figlio di poco feeling con i "romani", ma non sono dentro a Casteldebole, mi arriva solo qualche spiffero. Ho quasi la sensazione che sia stato Saputo non a imporre Pantaleo, ma a cercare uno di spessore internazionale che consentisse sinergie con gli Impact (in effetti poco decollate, all'epoca). E ho come il sospetto che Fenucci volesse tenersi Fusco, destinatario recente di una telefonata a causa di un collegamento radio un po' puntuto di un suo (valido e loquace) sottoposto petroniano. Quella chiamata credo proprio l'abbia fatta Fenucci, in nome di un'antica amicizia...
Infine, la candidatura del dirigente romano alla Lega Calcio. Ne ha parlato, giustamente, il Corriere. L'avevamo fatto su queste colonne un mese fa. Dipende da come evolvono i rapporti nella Confindustria del calcio. Dalle tabelle del Corriere si evince che il sodalizio tra Bologna e Juve non sia più così forte, io invece credo che Saputo tenga molto al rapporto con il club sabaudo, recentemente spostatosi dai detrattori ai propugnatori di un secondo ciclo di presidenza Tavecchio.
Sinceramente sarebbe paradossale che in Lega tornasse Galliani, il vecchio che avanza. Fenucci ha molte qualità per occupare quella cadrega. Occorre verificare quanto bene si sia lasciato con la sua società precedente e quanto serva ancora al Chairman. I prossimi mesi saranno decisivi.
 

 

Sezione: Director's cut / Data: Gio 17 novembre 2016 alle 13:02
Autore: Alberto Bortolotti
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