Ci sono soltanto due squadre in Serie A che hanno segnato sempre, finora, e sono la Juventus e il Bologna. Per i rossoblù si tratta della conferma plastica di quanto si sostiene oramai da un mese e mezzo tondo, da quando, cioè, il Trapani fu battuto in Coppa Italia: questa squadra non assomiglia in nulla a quella passata. Sarà la qualità affinata, il mix tra under e vecchi (fa un po' ridere, un po' incazzare sentire parlare sempre e solo di squadra giovane, se così fosse non ci sarebbero, come presenze pregnanti, Maietta e Dzemaili), il lavoro partito molto per tempo, un asse titolare giustamente individuato, ma è raro vedere una simile mole di novità (5 degli starters in mezzo a 11) utilizzata proficuamente e con evidenti successi di classifica.
La gara di ieri non rende giustizia a Krejci e soprattutto Nagy, un po' sottotono rispetto al solito, ma fa emergere come protagonista, ancora una volta su un grande palcoscenico, Simone Verdi. Che si trattasse di un acquisto sicuro lo diceva il suo passato empolese ma anche carpigiano, questo è capace di inventare (certo, talora anche di distruggere) ma non disdegna il sacrificio, la copertura, l'aiuto ai compagni.
La coppia di mezzeali Taider-Dzemaili toglie subito gli impicci anche a Pulgar, che entra in gara con fisico e piglio autoritario e, giustamente, reclama il suo pezzo di vetrina. Alla quale, un giorno, accederanno anche gli attuali dimenticati per cause di forza maggiore: ci sarà spazio, ne siamo certi, anche per Helander, Mbaye e Mounier. Resta un po' ai margini Masina, scaldatosi fin quasi a bollire, ma è verosimile si tratti di segnali precisi che il tecnico gli indirizza.
10 punti senza rigori sono un bottino impressionante. Finalmente per Joey Saputo venire alle partite italiane non è, sul piano del risultato, un calvario. Grazie alla signorilità nerazzurra ieri le luci a San Siro si sono accese, doverosamente, anche per lui.

Sezione: Director's cut / Data: Lun 26 settembre 2016 alle 14:00
Autore: Alberto Bortolotti
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