(articolo originale pubblicato su http://www.ilpallonegonfiato.com/il-ricordo-di-ezio-pascutti-campione-diventato-figlio-delle-due-torri/)

Piazza Maggiore, primavera 2010. Mentre il Bologna si fa mortalmente abbracciare da Luciano Moggi, per essere salvato dalla B, e Menarini, strastanco, scova grazie a qualche amicizia politica, tale Sergio Porcedda in Sardegna, la realizzazione di "Bologna, Un Secolo d'Amore" (il libro "indipendente" celebrativo del centenario rossoblù) si va completando con un dvd specifico.
Il piano editoriale verte molto su Bulgarelli, tanto che si gira anche a Portonovo. Poi c'è una chiacchierata con Rivera, l'avversario più illustre, catturato tra un treno e l'altro, e una "sessione" in Piazza Maggiore, nel caffè all'aperto lato Pavaglione, ai cui tavolini convoco personaggi cardine della nostra storia.
Faccio un po' di telefonate e il più "rognoso" da convincere sembra Ezio Pascutti. Ezio non è un amante della ribalta e gli è rimasta addosso un po' di quella ruvidezza friulana che non aiuta. Ci conosciamo da quando avevo 3 anni, 1960, lui era uno dei tasselli del Bologna che stava per fare ri-tremare non il Mondo ma almeno l'Italia sì, e a un allenamento all'Antistadio mi prese in braccio. In casa per un po' abbiamo conservato un'istantanea.
Mentalmente depongo l'idea di avere una sua testimonianza. E' con mia enorme sorpresa che, mentre sto intervistando l'ex sindaco Guazzaloca, la sua figura si materializza sul crescentone. E le chiacchiere scorrono precise, puntute, divertenti, come era capitato un paio d'anni prima, a tavola alla Braseria, Rivera a Bologna per una partecipazione alla Festa della Storia e Marino Perani + Pascutti, le due ali di un Bologna indimenticabile, a tavola con l'ex Pallone d'Oro rossonero e il sottoscritto.
A febbraio 2015 gli abbiamo dedicato un Pallone Gonfiato antologico costruito con pazienza e precisione da Marco Dall'Olio. Lo accompagnò in studio Mirko Pavinato, un legame che resisteva indomito agli anni.
La vita non gli era stata generosa e le sue condizioni non erano buone. Resta, nel ricordo degli appassionati di quegli anni, il più entusiasmante protagonista di quella stagione d'oro. Razzente nella sua capacità di beffare gli avversari, sfortunato in azzurro dove il battibecco con Dubinsky gli costò la carriera.
Ha vissuto il centro e attraversato la bolognesità come nessuno dei suoi compagni: nemmeno Giacomino è stato così autenticamente figlio delle Due Torri e dei vicoletti attorno al Mercato delle Erbe.

Un campione di cui mi onoro di essere stato amico.

Sezione: Director's cut / Data: Gio 05 gennaio 2017 alle 07:30
Autore: Alberto Bortolotti
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