Se c'è un termine che Donadoni dovrebbe evitare di usare, questo è "asticella". Alzarla era diventata l'input di Stefano Pioli l'anno dell'esonero (e della successiva retrocessione). Rievocarla in conferenza stampa pre-Udinese significa o un forte sprezzo del pericolo, oppure una totale ignoranza della carica sfigatrice di quel termine, oppure ancora il fatto che nel calcio orwelliano di oggi, in cui tutti paiono soldatini ammaestrati e nessun colpo "anomalo" viene sparato, in realtà si procede molto un tanto al chilo.
Sotto l'apparente fluire inutile di parole (non si può affermare che le conferenze stampa del mister siano un paradigma di idee e innovazione: dice da 9 mesi quasi le stesse cose...), il coach bergamasco butta lì 3 o 4 concetti che meritano un approfondimento, tanto da indurre il sottoscritto a scrivere prima del match; comporre l'articolo dopo provoca, per il Bologna di quest'anno, lo stesso brivido che genera la vernice che si asciuga. Già, "faremo una squadra di cui andare fieri", diciamo che si può migliorare (in Canada tambien: 1 vittoria in 7 partite non è un bilancio trionfale). Comunque, transeat. I temi fondamentali sono tre, e tutti vengono sviluppati con discorsi avvolgenti, in modo che le "frecciatine" risultino accuratamente celate. Però ci sono.
Su Dzemaili, per esempio. Intanto Donadoni prende le distanze dal permesso (relativo alla gita a Dubai con tanto di foto instagrammata), "non l'ho dato io". Poi su quando è prevista la dipartita transoceanica definitiva, e qui più che un orobico pare che parli un levantino, "da qui alla fine tutto è in evoluzione in base al risultato e alla prestazione della domenica dopo: può andare via qualche giorno prima come qualche giorno dopo", insomma o piove o c'è il sole (grazie, non lo sapevamo), però in realtà non sappiamo nulla e il buon cuore di Saputo è sopra tutto (di Blerim ha un bisogno fottuto, è penultimo...e là vale Maradona).
Proseguiamo con il bilancio stagionale, e la musica non cambia: "dev’essere fatto in base ai propositi iniziali della stagione stessa: la salvezza prima di tutto e qualcosa in più da guadagnarsi sul campo rispetto allo scorso anno. Che poi a Bologna, come ovunque, ci sia una piazza che ha vissuto grandi ambizioni e momenti tragici, fa capire che è giusto vedere il bicchiere mezzo pieno ma anche mezzo vuoto". Tradotto dall'italiano all'italiano il punto potrebbe essere "nemmeno io sono soddisfatto", e ciò immediatamente catapulterebbe l'ex milanista nel girone infernale dei maigoduti (tra gli avari e gli accidiosi. Dante è morto da un pezzo ma sono sicuro che ci collocherebbe lì).
Infine, e qui arriva il coup de theatre, ecco i buoni propositi per l'anno prossimo (respirate, saputiani: non intravedo dichiarazioni che facciano pensare a un cambio di tecnico). "Bisogna fare delle operazioni che siano possibili e bisogna avere la bravura di prendere gli elementi giusti sia a livello tecnico che a livello caratteriale per crescere e diventare più positivi e prepositivi". Senza tirare il collo al padrone (come in fondo è poi anche giusto...), questo non solo si permette di evocare il bicchiere mezzo vuoto, ma soprattutto ha l'ardire di chiedere rinforzi.
Tutto fatto con una leggerezza da bravo ragazzo, l'uso di toni soffusi, mai una alzata di ingegno e mai un titolo regalato ai cronisti. Però i concetti ci sono.
Guardate che il mondo non è stato sempre così. Nell'ottobre del '91, in Giappone, Alain Prost definì la Ferrari "un camion". Licenziato, ovvio. Alonso lo fa ancora con il motore Honda (che è il luogo da cui gli partono sontuosi bonifici, tra l'altro). Ci sono mille episodi nel calcio di incontinenza verbale, non solo Maradona contro Bianchi, forse il più famoso.
Al Toro Junior inveì contro Radice, il quale ebbe a dichiarare: "Io sono un allenatore, non un assistente sociale". Il brasiliano ribatte a muso duro: "Se io ho bisogno di un assistente sociale, lui ha bisogno di uno psichiatra".
Tutto questo è solo per dire che, in mezzo ai tanti filtri che ci sono oggidì, Donadoni ha parlato chiaro. A breve, credo, vedremo le risposte. Più che a parole, nei fatti.

Sezione: Director's cut / Data: Dom 30 aprile 2017 alle 09:00
Autore: Alberto Bortolotti
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