E' stata, quella rossoblù, profittando dell'assenza del campionato, la settimana delle bugie e dei ripensamenti. In attesa che la prossima diventi quella del lieto fine, se Mirante riuscirà a respingere, come fosse una punizione di Pjanic, una malattia in agguato che le ultime notizie fanno intendere sia più lontana. Forza Antonio,sempre.
Alla fiera dell'autocelebrazione si sottrae, in parte, Guaraldi, che riempie un'intervista a Stadio non solo di accuse a Diamanti (giuste, per quanto poco circostanziate), ma anche di autocritiche (generiche) e considerazioni (meno peregrine di quelle che faceva quando regnava: il tempo serve) sull' "ambiente" bolognese, e su quali sponde bisogna cercare per ottenere legittimazione. Peccato che non vi sia cenno alle modalità del trasferimento del pratese in Cina, una cessione decisa in un incontro 1 contro 1 con il Presidente del Guangzhou. Non si portò nemmeno il fidato Zanzi...Sul pentimento rispetto all'esonero di Pioli (certamente vittima, in parte, di una "cospirazione" orchestrata da Alino) il buon Albano ha cambiato idea un po' troppe volte, diciamo così. Attendiamo una prossima versione, probabilmente diversa dalle altre.
Valutazioni sulla squadra e sulla società si sono mischiate nelle tante interviste uscite. Non rileva tanto, oggi, ma leggere, su Repubblica, che Pierferdinando Casini nega la "paternità" (almeno politica, cribbio! Era nella Società Finanziaria della Regione Sardegna, SFIRS, per conto di UDC...) dell'operazione Porcedda è un'altra vicenda grottesca. Delle volte si ha l'impressione che tutti quelli che hanno un ruolo pubblico pensino veramente di avere a che fare con una manica di imbecilli smemorati. Ma non è sempre così. E occhio: chi scrive è un nostalgico della Prima Repubblica. Non ci si inventi un mio desiderio di demolire il centro perchè è proprio il contrario.
Più comprensibile la delusione umana rispetto a Saputo dell'Ing. Zucchini, signorile golfista petroniano trattato adesso da tanti (a partire da Fenucci fino ai tifosi) come l'alter ego di Guaraldi. Zucchini è stato un oppositore interno del costruttore zolese, ha aiutato il club quando era problematico iscriversi, e poi si è fatto "ingargamellare" dallo stesso Albano quando si è trattato di scaricare Zanetti affrontando a muso duro Baraldi in cda (da invitato). Memorabile il suo urlo a squarciagola "chi cazzo è Zanetti?" (poco oxfordiano), che fece volgere definitivamente l'ago della bilancia verso Taco (un'altra cosa che non racconta Guaraldi, e temo non racconterà mai, è la narrazione vera di quella notte, 15 ottobre 2014. Un suo fedelissimo alle 20.30 disse: "Non venderemo mai a loro qui!". Infatti...). Insomma, verso Zucchini, reo di autonomia di giudizio, è in atto un'operazione di delegittimazione che cozza con i peana dell'epoca. Finiti nell'oblio, ovvio.
Beppe Savoldi e Mauro Felicori (due che hanno fatto qualcosa per Bologna: nel calcio più il primo, chiaro) sciorinano ultraeducati e compassatissimi appunti sulla consistenza dell'attacco rossoblù. Rischiano di finire tra i reprobi, non si può. Carlo Nervo invece si iscrive alla corrente di maggioranza.
Per fortuna questa sarà la settimana della partita e si comincerà a parlare di vecchi, nuovi, reparti, inserimenti, equilibri, gol fatti e gol subiti (2 a 5, per il momento: si può solo migliorare, colpire con un pugno una porta è un bello sfogo ma serve il giusto). A questo proposito, messe da parte le considerazioni dell'amministratore delegato - vagamente auto-assolutorie: è poi il segreto del buon manager - su numeri e trattative, va rimarcata la pressione messa sul mister.
Se la squadra è buon ed è rinforzata, tocca a lui e al suo articolato staff farla funzionare al meglio (infliggendoci una rilevante dose di allenamenti a porte chiuse, suppongo). Ineccepibile. Sempre ammesso che la premessa sia vera.

Sezione: Director's cut / Data: Lun 05 settembre 2016 alle 08:21
Autore: Alberto Bortolotti
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