Nel corso del campionato passato il Bologna aveva battezzato un asse tecnico del tutto rispettabile. Anche tenendo conto del fatto che Giaccherini se ne sarebbe andato, la "verticale" Mirante - Maietta - Diawara - Destro pareva, nell'ambito dei club "di mezzo", meglio della concorrenza. Il resto, tra apprezzabili quanto stagionati routinier e prospetti, completava un roster che si sarebbe dovuto migliorare per iniziare una scalata lenta e sicura.
Il 30 agosto il cuore di Antonio Mirante inizia a fare le bizze. Il giocatore si cura, rientra tra il giusto giubilo di tutti ma non è lui, l'1-1 di Cagliari e 2 dei 7 gol del Napoli (Insigne in contropiede e Mertens su punizione) sono tutti suoi. Ai rossoblù manca una certezza.
Su Mimmo Maietta poco da dire, se non che l'anagrafe suona impietosa, specie sotto l'aspetto di acciacchi assortiti. In una squadra, Dzemaili a parte, di palle lesse, risalta in positivo il suo atto di "nonnismo" verso Diawara. Diciamo una cosa di campo nei confronti di uno dei migliori...in campo. Applausi del pubblico pagante, riserve mie personali. Ma almeno ogni tanto Maietta batte un colpo.
Già, Amadou. Che va a Napoli per un megacomplotto delle demoplutocrazie giudaico-massoniche, secondo il "verbo dell'assediato" classico di tanta parte della tifoseria, ma ciò passa, a ben guardare, anche da qualche valutazione errata e/o ritardo a Casteldebole. Ha in parte ragione il famigerato agente Piraino, "ci hanno guadagnato tutti", se tutti sono lui, il ragazzo, il Napoli e il Bologna: meno Bologna, priva di un puntello capitato per caso e sbocciato subito. Non sostituito, giacchè solo oggi, in parte, Pulgar prende il suo posto. E in parte Dzemaili, rapito però dai coequipier canadesi, ratto sottolineato con rara nonchalance da parte del benefattore quebecois e con la certa volontà collaborativa del ragazzo. Due baluardi in mezzo al campo su tre salutano, sarebbe questo il famoso progetto?
Infine, Destro. Il quale, a fronte di un contratto da Juve e garanzie da star hollywoodiana, si incupisce, facendo chiaramente percepire un disagio tecnico e ambientale, fino alla ciliegina del rigore ignobile battuto contro Pepe Reina. Se esistesse una Cina volonterosa, mollarlo subito. A costo di giocare con il falso nueve. Voglio poi vedere, in estate, riproporlo al Donadoni lamentino e inconcludente di sabato sera, al pubblico oramai spazientito, a compagni sull'orlo di una crisi di nervi. Tocca mettere in preventivo una robusta minusvalenza e cercare, se a Shanghai non interessa, un Hull City o Swansea qualunque dove infilarne le terga. Qui non ha e non avrà mercato, troppo problematica la gestione.
Anche lasciando perdere lo schifoso esito del match con il Napoli, le prospettive generali sono solo di ricostruzione (sul piano tecnico, che è l'unico che conta veramente). Certo, ci sarà Simone Verdi, ma intanto speriamo che per lui non suoni troppo mellifluo il canto delle Sirene (i grandi club, tradotto in volgare), e poi da solo può far poco. In ogni caso, poche risorse per il mercato come da copione. E poi ci si lamenta se le analisi statistiche mostrano che il Bologna non ha appeal fuori città...
In altri tempi dopo un 1-7 domestico sarebbero rotolate teste. Qui, immagino, ci si è concesso un desco di cotolette alla petroniana che neanche Guaraldi. Tanto lui là è in Canada e non vuole (non può?) cambiar nulla. Sotto le Due Torri, di base, va tutto bene a tanti perchè è sempre colpa di qualcun altro. Che problemi hanno?

Sezione: Director's cut / Data: Dom 05 febbraio 2017 alle 13:00
Autore: Alberto Bortolotti
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