Una delle cartine di tornasole del desolante Bologna di San Siro e della stagione è la scelta fatta dal mister in occasione dell'infortunio di Di Francesco. A disposizione in panchina le punte Sadiq e Petkovic, è entrato Okwonkwo. Bocciando così sconsolatamente, ancora una volta, un pezzo della cosiddetta campagna acquisti estiva e tutta quella invernale.

Partita dopo partita, si sono sgretolate le piccole certezze sulle quali il mister tentava di costruire qualcosa che assomigliasse, seppure vagamente, a una squadra di calcio. 4-3-3, 3-5-2 e 4-2-3-1 sono stati alternati nelle ultime 10 giornate (13 punti ottenuti) mai dando una linea di continuità accettabile. Non si è mai trovato un assetto stabile di centrocampo, l'attacco si è svegliato tardi (Destro), ed è andato a intermittenza - precipuamente causa infortuni - con Verdi, Di Francesco e Krejci. Inesistenti gli altri. 

In difesa l'unico a marcare un progresso evidente rispetto alla scorsa stagione è stato Mbaye. Il resto o uguale o peggio.
Le qualità morali del team sono state pressochè inesistenti, diversamente non ci sarebbe bisogno delle intenerate (tardive) di Gastaldello e Donadoni. Recuperare l'amor proprio per la prossima stagione è forse possibile ma tutt'altro che facile.

In ogni caso molti verranno confermati dando loro una chance di mostrare in effetti cosa valgono. Il riferimento è non solo alla giovane e talentuosa coppia di trequartisti/esterni, ma anche agli stranieri dell'est arrivati e tuttora dalla qualità indecifrabile. La Serie A non è un campionato danubiano.

Il punto è che è molto probabile, per non dire quasi certo, che, in perfetta consequenzialità con quanto capitato l'anno scorso, per movimentare un po' il mercato andrà via un giocatore. E, salvo improbabili magate che si tentano sempre ma che riescono di rado, la qualità della rosa decresca ancora. A quel punto tutte le critiche si riverseranno ancora su Donadoni, come se fare o no campagne reali di rafforzamento fosse un optional o ci trovassimo al cospetto di un proprietario dalle potenzialità "guaraldiane". Il quesito è: ci saranno ancora tre squadre materasso?

E' inutile e anche in leggera mala fede prendersela solo con il mister o con i dirigenti. Tutti sbagliano, è chiaro, ma a costo zero non si combina niente. E non esistono al mondo piani o progetti prolungati sine die per migliorare. Il calcio è oggi, Saputo lo sa benissimo (diversamente non avrebbe portato Dzemaili agli Impact: subito, non tra qualche anno) ma ce la racconta in un altro modo. Sarà qui per la Juve. Potrebbe essere - basta volerlo - un'occasione di confronto. Dubito che accada.

Sezione: Director's cut / Data: Lun 22 maggio 2017 alle 13:01
Autore: Alberto Bortolotti
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