Non so se la notizia che il nuovo stadio della Roma è definitivamente abortito venga considerata buona o no sull'asse Casteldebole-Montreal. Alla luce di ciò forse si spiegano tanti esodi dalla società giallorossa: viste le novità nell'amministrazione capitolina, che si siano sfilati Tacopina, Fenucci, Winterlingh, Sabatini (al di là dei rapporti tra di loro) non appare più un caso. La granitica immarcescibilità di Lotito diventa, al cospetto, una specie di santuario. Intoccabile.
Ora inizia ad avere un senso iI fatto che tanta gente sia venuta via da un posto, in cui (apparentemente) fare calcio è più facile - ci sono molti più soldi, un mare di possibilità in più -. Intercettato l' "uomo della Provvidenza" Saputo, il "gruppo romano" (che ha però probabilmente perso la diretta sovraintendenza del settore giovanile rossoblù: in un lungo giro dell'oca, da Corazza a Corvino a Bergamini per tornare a Corazza) ha messo radici a Casteldebole e avviato la trasformazione del club.
Le dinamiche interne però hanno portato a un sostanziale blocco (subito indicato come temporaneo) del mercato: solo gente di prospettiva, solo gente low cost. Qui non mi interessa ribadire dettagliandolo un pensiero credo sufficientemente noto, e cioè che io non condivido il modus operandi estremamente parsimonioso e che non consente di guadagnare nè spazi di tifo oltre il recinto abituale nè di comunicazione nazionale: il Bologna resta patrimonio dei soliti noti tra Anzola e Ozzano (entrambe, non a caso, con suffisso "dell'Emilia"). Pensare che Virtus e Fortitudo raggruppano, assieme, 500.000 tifosi in tutta Italia (d'accordo, hanno vinto più recentemente di quanto fatto dai rossoblù), e non puntare a 1 milione di torcida pallonara sotto le Due Torri è veramente riduttivo: ma ci vogliono i giocatori.
Se le prospettive sono queste, risulta impossibile pensare che venga abbandonato il gruppo di lavoro dell'area tecnica, che inizia, come ha dichiarato Corazza a Radio International, a rapportarsi quotidianamente con Bigon. La comparsata tv di Sabatini e le dichiarazioni della sua "spalla" obiettiva, Giorgio Perinetti - il diesse del Venezia di Taco -, che riferisce "rumors" ("riportando quello che è un pensiero comune, dettato forse dal fatto che Sabatini è libero e che già poteva venire l’estate scorsa, non volevo assolutamente mancare di rispetto a Bigon, che stimo molto sia come persona che come direttore. E poi per una società che vuole crescere uno non escluderebbe l’altro"), indicano l'ennesimo cambio, il terzo dell'era Saputo. Non avverrà, non ha senso. E poi vorrei vedere Perinetti a cui affiancassero Fusco, per esempio. Al quale proposero di fare da "scout" a Corvino e lui graziosamente salutò e tornò a Posillipo. "Una poltrona per due" è un film, ma non di calcio.
Il gruppo di lavoro di Bigon modella, ora, dopo quasi un anno, tutta la "verticalità" tecnica di Casteldebole. E i suoi metodi non sono quelli di Sabatini. Che forse ha dei fan, dentro il centro tecnico, ma va anche detto che con il Saputo oculatissimo di questi tempi - destinati, io ritengo, a non modificarsi mai nella sostanza - Walter Sabatini cozza.
Il pezzo non consente analisi approfondite di scelte di mercato, preferenze donadoniane e nemmeno di sviluppi dello stadio. E' già lungo e diverrebbe prolisso. Azzardo solo un pronostico, e cioè che magari Sadiq e Petkovic dovranno attendere prima di assicurarsi minutaggi consistenti. Non è solo il ritorno di Verdi a tenerli in naftalina, o il gol di Destro: forse ci potrebbe essere un'idea di fare plusvalenza con Okwonkwo, che molti esperti di calcio junior definiscono come già pronto per platee adulte. Vedremo: per venderlo occorre che si mostri.
Ah, en passant. Curiosissimo di vedere formazione e atteggiamento contro il Napoli. Per esempio, per mancare Mertens...rientra Gastaldello? Mah, sarebbe bizzarro. Io me li aspetto tonici, spero di non essere deluso.

Sezione: Director's cut / Data: Ven 03 febbraio 2017 alle 09:00
Autore: Alberto Bortolotti
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