Se non avessimo paura di offendere i tanti supporter di Mattia Destro (rispuntati un po' come funghi), toccherebbe citare una statistica che dice che sono solo 3 i giocatori del Bologna sempre presenti dal primo minuto nelle 7 vittorie ottenute (2 al Dall'Ara, Spal e Sampdoria, troppo poco): Mirante, Poli e Verdi. Tra i protagonisti che sono subentrati, ci sono 6 presenze + 1 (contro il Chievo) di Donsah e 5+2 (contro Benevento e Verona) di Mbaye. Nella fase "centrale" Destro è mancato, i successi con Sassuolo, Genoa e Spal non portano la sua firma. Ma ora si sta scrivendo un'altra storia, che è riduttivo rapportare alle sole modifiche tattiche, come se l'allenatore decidesse della vita e della morte dei suoi atleti: il centravanti non è che non segnasse per "lontananza" dai compagni. Sì, un pizzico poteva incidere quell'aspetto, ma la testa del ragazzo conta più del resto. Nemmeno lui sa spiegarsi cosa sia capitato. D'improvviso, ecco un giocatore (e un uomo: parlante, con pregi e difetti. Non un "coso" messo in un freezer come delle volte ci era sembrato ce lo volessero presentare da Casteldebole). Per cui oggi si compie la profezia di Fenucci, il quale, alla presentazione delle maglie, disse che ci si aspettava tanto dal ragazzo. Ebbene, sta avvenendo. Forse in ritardo, ma sta capitando.   

Stando sempre ai numeri, i rossoblu sono a 9 punti sulla salvezza e 3 dall' Europa League, che sarebbe un obiettivo aritmeticamente perseguibile qualora 1) si vincesse di più in casa 2) l'organico resti inalterato e, magari, arrivi un centrocampista tipo Poli 3) i pilastri stiano sempre bene. Difficile rischiare, va bene che la quota salvezza si alza, ma il Bologna non fa parte della zona pericolo.

Allenatori in auge oppure no. A parte lo sconsolante curriculum rossonero di Gattuso,a cui noi abbiamo graziosamente fatto i camerieri, va segnalata la non così prevedibile bravura di Iachini e Oddo. Sul primo, in particolare, che può aprire un ciclo interessante a Sassuolo, sarebbe il caso di prestare attenzione: ha fatto bene a Piacenza, Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo prima dell'esperienza "ceramica". Sarebbe da Bologna. E' brutto eh? Un bel chi se ne frega? 

Quanto a Maran, uno dei tecnici più abitualmente oggetto di confronto con Donadoni, beh nel duello diretto è andato sotto come una ramazza. Il Chievo ha avuto un approccio sconsolante all'inizio dei due tempi: se fosse capitato a noi si sarebbero aperte le cateratte del cielo. Poi, en passant, lo vogliamo dire che arbitro e VAR ci hanno penalizzato forse sul secondo gol, e certamente nel mancato giallo a Jaroszynski quando invece è stato ammonito Poli? Oh, ti cambia la partita...

Insomma, i 24 punti sono un bel gruzzoletto, vincere ci ha fatto seppellire i deliri su Verdi, passare un buon Natale e forse anche sognare un pizzico (poco, eh, che porta un po' sfiga).

Infine, la classifica. Cinque giocano per la Champions. Sette per l'Europa League, incluso (ribadisco: aritmeticamente) il Bologna. Il resto (e lo si vede anche dalla differenza reti), più o meno, per non retrocedere. Un posto in più in Europa, con il ritorno delle quattro compagini nella competizione leader, forse ti fa stare sul pezzo fino alla fine. Se dobbiamo migliorare, cominciamo da lì.

Sezione: Director's cut / Data: Dom 24 dicembre 2017 alle 09:00
Autore: Alberto Bortolotti
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